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La Gastronomia

Tra i vari aspetti della vita quotidiana, il “mangiare” del Medioevo rappresenta, meglio forse di ogni altro elemento, la complessità della società. Diviene perciò fondamentale esaminare l’evoluzione sociale per comprendere i diversi modelli alimentari. Così come è altrettanto indispensabile avere ben presente la struttura della società dell’epoca e le diversità territoriali, perché i fattori culturali e quelli ambientali caratterizzarono in modo ben definito i differenti modi del mangiare medievale. La gaita San Pietro, pertanto, si impegna a conoscere le abitudini alimentari nel medioevo, al fine di presentare ricette che siano espressione della cultura e del gusto della civiltà medievale.

Ricette medievali

Del brodo saracenico.
Togli capponi arrostiti, e fegati loro con le spezie, et pane abbrusticato, trita nel mortaio e distempera nel mortaio buono vino bianco e succhi agri, e poi smembra i detti capponi, e metti a bollire con le predette cose in una pentola, e mettivi su dattari, uve greche, prugne secche, amandole monde intere, e lardo sufficiente, e dà a mangiare. Simile modo fa de’ pesci marini; pome e pere, puoi ponere nei detti brodi.

De carnibus apri.
Carnes recentes apri decoque fortiter in aqua. Postea fac salsam sic: recipe piper, zinziberum, gariofilum, cinamomum et tere fortiter simul cum pane assato madefacto in aceto; et distempera totum de aqua mixta cum aceto, ita quod non sit nimis forte nec debile. Deinde cepas frissas cum pinguedine misce cum eis et fac totum bullire dum salsaveris moderate. Et da comedere.

Civeri di lepore e altre carni.
Smembra il lepore tutto e, con poco lavare, cuocilo in acqua ; poi togli il fegato e polmone cotto, pestalo bene nel mortaio e poi che fia cotto il detto lepore, togli spezie, pepe e cipolla, e soffriggi nel lardo col detto polmone e pane arrostito : e poi che sono tutte cose insieme bullite, dà a taola. Nota che tu dei, il fegato e polmone cotto, tritare e pestare nel mortaio con spezie e pane abbrusciato, e distemperallo con buono vino, e un poco d’aceto. E poi che fie cotto e soffritto il lepore con la cipolla, gitta il detto savore sopra ‘l lepore, e lassa freddare che sia tiepido, e dà mangiare. E tal modo si pò fare per le pernici, cioè starne.

De sardamone di carne.
Togli carne di castrone, del petto: taglia minuto, e fa bullire forte; e quando sirà bullita, acciò che non sapia di beccume, leva via l’acqua e friggi la carne col lardo; poi mettivi su abbastanza di quella acqua, in tanto che poco rimagna di quello brodo: e quando siranno cotte, mettivi su coriandoli e carote bene trite con spezie e zaffarano abbastanza. E se non avessi coriandoli, mettivi del comino, e mangia.


Bibliografia

Le fonti dalle quali sono state tratte le ricette sono:




       




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